RASSEGNA STAMPA
IL GIORNALE - Scontri al G8 di Genova assolti tutti i no global
Cosenza, 25 aprile 2008
Scontri al G8 di Genova assolti tutti i no global
Ore 19.07, il boato dopo la sentenza. In onore dei tredici
compagni assolti perché il fatto non sussiste, in aula s’alzano urla e
pugni chiusi. Poi cori e invettive all’indirizzo del pm e degli sbirri
increduli che guadagnano l’uscita.
Dall’aula 1 del palazzo di giustizia di Cosenza che ha appena archiviato
il processo agli antagonisti del «Sud Ribelle» per il G8 di Genova, sale
forte la rabbia dei fan di Caruso e Casarini. Ancora cori: «Siamo tutti sovversivi, siamo tutti sovversivi». «Ce-le-ri-ni as-sas-si-ni», «e la
Digos non canta più», «Carlo (Giuliani, ndr) è vivo e lotta insieme a
noi», «dimissioni, dimissioni». Due minuti di puro delirio per festeggiare
come si deve l’assoluzione dei leader no global e di altri 11 fratelli
finiti alla sbarra per associazione sovversiva finalizzata a sovvertire
l’ordine dello Stato. La festa si trascina in ordine sparso fuori dal
tribunale, con l’ex deputato Caruso – terreo in viso fino a cinque minuti
prima – che sulla scalinata innaffiata di spumante attacca spavaldo il
pubblico ministero che lo aveva arrestato anni fa: «Il pm Fiordalisi torna
con la coda tra le gambe. È stato affermato il nostro diritto di
contestare il G8. Adesso chi ha disposto questo assurdo teorema dovrebbe
rispondere con la propria carriera». E mentre il suo avvocato annuncia la
presentazione di un’istanza per il risarcimento danni, parte il coro.
«Dimissioni, dimissioni».
Il battagliero magistrato che aveva sollecitato ben 50 anni di carcere, 26
di libertà vigilata, svariate pene accessorie, è senza parole. Ai suoi
collaboratori, salendo le scale, non nasconde l’amarezza per i reati di
associazione sovversiva e cospirazione politica certificati da tre
sentenze della Cassazione ma completamente snobbati dalla Corte d’assise.
Nella sua controreplica, tre ore prima, aveva rimarcato: «Tutti gli
imputati hanno condiviso il metodo della violenza e l’obiettivo dello
scontro delle forze dell’ordine. E tutti, in base alle intercettazioni e
ai documenti acquisiti, hanno accettato e condiviso lo scopo del loro
agire dal maggio al luglio 2001, di bloccare l’attività di capi di Stato e
di governo al vertice del G8 insidiando l’ordine pubblico nella città. Ci
sono le prove, sono evidenti».
L’arringa non è servita, il Movimento ha vinto, Caruso ha ripreso fiato
ben sapendo che a Genova i pm hanno presentato appello, al fine di
inasprire le pene contro i 25 presunti teppisti condannati a 100 e rotti
anni di galera. «La partita non finisce qui, ci sono le 25 condanne di
Genova e 7.000 procedimenti sono ancora aperti contro attivisti. Dobbiamo
organizzarci per continuare a sovvertire e cospirare felicemente, da oggi
fino al G8 della Maddalena nel 2009, quando ci ritroveremo a cospirare
senza i Fiordalisi e i teoremi repressivi tra le scatole». Genova non è
servita, il bis si rischia in Sardegna. Per sentenza.